Covid: operatori sanitari allo stremo, tra turni massacranti e minacce da no vax

Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi: “Da quando è scoppiata la quarta ondata siamo stati sommersi da segnalazioni da parte di operatori sanitari: doppi turni non retribuiti, pressioni e minacce da parte dei no vax. È inaccettabile e per questo il nostro servizio di consulenza legale gratuita a disposizione di tutti coloro che necessitano di supporto”

Sono passati due anni dall’inizio della pandemia, ma la musica è cambiata poco. Non c’è tregua per gli operatori sanitari che, oltre a dover gestire ancora carichi di lavoro disumani, si ritrovano a dover subire pressioni e minacce dal popolo no vax. 

“Da quando è scoppiata la quarta ondata siamo stati sommersi da segnalazioni da parte di operatori sanitari: doppi turni non retribuiti, pressioni e minacce da parte dei no vax”, riferisce Massimo Tortorella, presidente Consulcesi. 

Nel mirino i medici che lavorano negli ospedali, ma anche i medici di famiglia. “Di recente abbiamo fornito consulenza ad un medico di medicina generale – racconta Francesco Del Rio, avvocato di Consulcesi & Partners- che lamentava il fatto di venir minacciato da un paziente che pretendeva il rilascio del certificato di esenzione da vaccino, senza che vi fossero i presupposti previsti dalla legge” 

“Sappiamo di pazienti – continua Tortorella -che in terapia intensiva minacciano gli operatori sanitari, rifiutano le cure e poi cambiano idea. I medici si ritrovano a lavorare in un ambiente ostile e non di rado fanno fatica a interpretare la volontà dei pazienti”.

Se a questo ci aggiungiamo turni impossibili, ferie saltate e ore in più di lavoro non retribuite, è facile immaginare l’attuale stato d’animo degli operatori sanitari. “A pagarne le conseguenze – sottolinea Tortorella – sono anche i cittadini, che hanno diritto di ricevere cure in un ambiente sereno”. 

In realtà, quello dei turni massacranti è un problema annoso. Già più di dieci anni fa l’Unione Europea ha bacchettato l’Italia per il mancato rispetto della direttiva 2003/88/CE che promuove il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori e che stabilisce un orario settimanale massimo di 48 ore, compreso lo straordinario, e un periodo di riposo giornaliero di 11 ore consecutive. Pur recependo tale direttiva, dal 2008 al 2015 l’Italia ne ha vanificato gli effetti attraverso due diverse normative del 2008 che avevano efficacia solo per gli operatori sanitari. Il 25 novembre 2015 l’Italia si è infatti adeguata, ma solo formalmente, perché nei fatti le violazioni persistono. Sono già tanti i medici e i sanitari che si sono rivolti al network legale di Consulcesi che ha messo a disposizione un servizio di consulenza gratuita per avere informazioni sulla possibilità di tutelarsi, contattando l’800.122.777 oppure direttamente attraverso il sito www.consulcesi.it.

Gli ebook di Consulcesi per il futuro digitale del Servizio Sanitario Nazionale

La telemedicina è l’evoluzione digitale della medicina tradizionale. Un servizio innovativo che, attraverso la comunicazione a distanza tra medico e paziente, agevola l’erogazione di servizi sanitari da remoto, dalla diagnosi alla terapia fino alle visite di controllo. Rappresenta dunque, uno strumento importante per continuare fornire assistenza ai pazienti, e non solo in caso di pandemia. 

Lo sviluppo della telemedicina è strettamente correlato all’aumento demografico e alla pressione sempre maggiore sul sistema sanitario (mondiale), che ha richiesto una riprogettazione strutturale e organizzativa della rete dei servizi, ma il contesto (Covid-19) ha chiaramente accelerato i tempi della sua ufficializzazione. Il 17 dicembre 2020, infatti, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le Linee Guida “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”, elaborate dal Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’ISS su mandato del Ministero della salute.

La telemedicina dunque, è una risorsa preziosa, che richiede una preparazione adeguata. Ne è convinta Consulcesi, uno dei migliori provider di formazione sanitaria (secondo The Best Provider ECM), che ha lanciato una serie di ebook per aiutare medici e operatori sanitari a non farsi trovare impreparati a questo importante giro di boa.

Telemedicina tra presente e futuro” è il titolo del primo ebook, scritto da Ciro Galiano, avvocato e consulente di Consulcesi & Partners, con l’introduzione di Francesco Gabbrielli, direttore del Centro nazionale per la telemedicina, e Giuseppe Petrella, presidente Commissione per l’innovazione e la digitalizzazione dei servizi sanitari del ministero della Salute. L’ebook spiega cos’è la telemedicina e quali sono le sue potenzialità in Italia, fornendo una panoramica completa sotto l’aspetto giuridico e operativo delle modalità di erogazione della prestazione sanitaria in telemedicina. Particolare attenzione è stata dedicata agli aspetti operativi in materia di trattamento dei dati personali e sulle possibili interazioni tra refertazione, cartella clinica, dossier sanitario e fascicolo sanitario elettronico.

Il secondo titolo della serie è “E– health, il futuro dell’assistenza sanitaria”, scritto da Andrea Tortorella, Ad Consulcesi Tech. L’ebook fornisce una panoramica sulla condizione del sistema sanitario italiano e sui fattori di criticità che incidono sul lavoro degli operatori sanitari e sul sistema. Sono descritte le innovazioni tecnologiche in medicina, dalla robotica, all’Artificial Intelligence (AI) e la Realtà Virtuale. Un focus specifico è dedicato alla telemedicina e all’impatto positivo che questa può fornire alla vita di tutti i giorni, nel monitoraggio e nelle terapie, e alla facilitazione che gli operatori sanitari possono ottenere dalla sua applicazione sempre più diffusa a tutti i livelli di cura, tenendo conto dei rischi connessi e dei mezzi per contrastarli.

Il terzo ebook s’intitola “Blockchain sfide e opportunità in ambito sanitario”, scritto da Andrea Tortorella, Ad Consulcesi Tech. L’ebook offre una panoramica sulla tecnologia Blockchain descrivendone il funzionamento anche in base ai vari algoritmi utilizzati. Sono analizzate le diverse applicazioni in ambito sanitario e farmaceutico mettendo in luce vantaggi ed eventuali limiti, facendo un confronto fra applicazioni attuali e integrazioni future, anche in relazione alle varie realtà che la Blockchain sta vivendo nel mercato sanitario mondiale. È analizzato, inoltre, l’impatto che la Blockchain ha sui contesti sanitari pubblici e privati considerando i limiti e i vantaggi che si possono osservare dalla sua applicazione.

Lo stesso argomento è stato ripreso e ulteriormente approfondito nell’ultimo prodotto editoriale di Consulcesi, “Il Capitale Digitale”, di Massimo Tortorella e disponibile anche in formato ebook e audiolibro.

Consulcesi al passo coi tempi, benvenuto smart working

Lo smart working non è stato di certo scoperto nel lockdown, ma sicuramente la situazione ne ha amplificato l’uso, facendo superare i pregiudizi e migliorando le competenze digitali. Durante la fase più acuta dell’emergenza, infatti, il cosiddetto “lavoro agile”, già nei progetti di molte aziende italiane da prima della pandemia, è diventato un tassello fondamentale dell’economia.

Secondo una  ricerca condotta dall’Osservatorio Smart Working, durante il lockdown lo smart working ha coinvolto il 97% delle grandi imprese, il 94% delle pubbliche amministrazioni italiane e il 58% delle PMI, per un totale di 6,58 milioni di lavoratori agili, circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani, oltre dieci volte più dei 570mila censiti nel 2019.

L’esperienza positiva, sia per le imprese sia per i lavoratori, ha aperto prospettive interessanti per un’adozione più diffusa del lavoro a distanza. Molte aziende (circa il 55%), infatti, hanno deciso di mantenere in piedi questa nuova organizzazione del lavoro, anche in forma ibrida. Lo smart working oramai è entrato nella quotidianità degli italiani, che lo considerano una grande occasione, soprattutto per migliorare la qualità della propria vita in nome del famoso work life balance.

Anche Consulcesi Group, da più di vent’anni punto di riferimento per i professionisti sanitari in Italia, ha deciso di adottare lo smart working, con uno-due rientri settimanali, convinta che questa nuova modalità lavorativa possa garantire un maggior equilibrio tra le esigenze legate al lavoro e quelle inerenti la cura e la gestione della famiglia. Del resto l’azienda da sempre crede che il benessere psico-fisico dei suoi dipendenti sia fondamentale. Come ha spiegato Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi: “Dedicare del tempo a se stessi, ed a i propri cari, è indispensabile e permette ad ogni singola persona di trovare il proprio equilibrio e di dosare meglio le proprie energie anche nel lavoro. All’interno dell’azienda, molto tempo prima della pandemia, avevamo messo a disposizione delle aree relax e anche una palestra – chiusa proprio a causa del Covid – proprio per permettere ai nostri dipendenti di poter avere cura del proprio benessere fisico che, ben presto si trasforma in benessere emotivo. Molto prima di Google, come annunciato in questi giorni dal colosso, Consulcesi ha predisposto un sistema per facilitare lo smart working”.

Anche per Consulcesi, come per altre aziende, lo smart working rappresenta un nuovo modo di condividere gli obiettivi professionali e rendere tutti più responsabili del proprio lavoro, al fine di raggiungere un risultato collettivo. Un fattore determinante per la transizione dal lavoro tradizionale a quello a distanza è stato l’investimento nell’ambito della sicurezza informatica. L’azienda, infatti, oltre a puntare sulla formazione dei suoi dipendenti in materia di cyber sicurezza ha messo a punto un sistema che dota tutti i dispositivi (smartphone, pc, tablet, ecc.) da remoto delle stesse garanzie e protezioni, permettendo a ogni dipendente di lavorare come se fosse seduto alla sua scrivania, in azienda.

Per Consulcesi, che ha già abolito l’uso della plastica monouso, lo smart working è anche una scelta ecosostenibile, poiché riduce drasticamente gli spostamenti delle persone. 

Green Pass: operatori sanitari si preparano per 1 milione di tamponi al giorno con corso Fad e podcast di Consulcesi

Massimo Tortorella (Consulcesi): “Nell’ultima settimana abbiamo registrato un vero e proprio boom di iscrizioni al corso ECM “Un test per tutti. Test di screening diagnostici e il loro funzionamento: influisce l’attualità ma anche la voglia di non farsi trovare impreparati alla scadenza della proroga”.

Da domani entra in vigore il decreto “super green pass” che obbliga tutti i lavoratori, privati e pubblici, ad avere il certificato verde per poter continuare ad andare al lavoro. Il Green Pass si può ottenere con la vaccinazione o temporaneamente con un tampone molecolare. Ad oggi sono 3 milioni i lavoratori senza Green Pass, molti dei quali non hanno alcuna intenzione di fare il vaccino. Si prevede quindi che i nostri operatori sanitari saranno costretti a eseguire qualcosa come 1 milione di tamponi al giorno. È probabilmente questo il motivo del vero e proprio boom di iscrizioni al corso di formazione professionale Ecm di Sanità In-Formazione per Consulcesi Club intitolato “Un test per tutti. Test di screening diagnostici e il loro funzionamento“. 

“La particolare situazione determinatasi con il super Green Pass, ma riteniamo anche l’approssimarsi del termine perentorio della scadenza della proroga per mettersi in regola con l’obbligo Ecm, come ricordato dal sottosegretario Pier Paolo Sileri e dalle comunicazioni di FNOMCeO e Ordini, ha fatto registrare un’impennata di iscrizioni ai nostri corsi. 

In particolare, sul corso dei tamponi, negli ultimi 10 giorni, c’è stato un incremento delle iscrizioni e delle fruizioni pari al 20% rispetto al trend dei mesi scorsi”, spiega Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi.  Per questo è stata anche ulteriormente implementata l’offerta e sarà possibile accedere al corso anche in modalità podcast. “I podcast che introducono e approfondiscono i corsi su Spotify – aggiunge Tortorella -, vanno ad affiancarsi alle video-lessons, i corsi in realtà aumentata, al paziente virtuale, sempre con lo stesso obiettivo: proporre contenuti scientificamente rilevanti, a cura di esperti di alto livello, a cui accedere facilmente grazie al digitale e che possano rendere la formazione un’esperienza coinvolgente e appassionante».

Nel corso si approfondiranno i diversi test in base alle attuali raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS): quindi tamponi antigenici rapidi e semi-quantitativi, tamponi molecolari in RT-PCR e test sierologici quantitativi per il dosaggio degli anticorpi anti-SARS-CoV2. Si analizzerà la corretta esecuzione del tampone rino-fringeo, gold standard tra le procedure diagnostiche di ricerca del Sars-Cov-2, la vestizione con i dispositivi di protezione individuale prima di eseguire il test, consigli per una buona pratica e infine un focus dedicato al paziente pediatrico. Al termine del corso l’operatore sanitario conoscerà i diversi test di screening e diagnostici ed il loro funzionamento e sarà in grado di eseguire correttamente, in sicurezza, il tampone rino-faringeo come da indicazione dell’ISS”.

“Il tampone molecolare oro-nasofaringeo attualmente è considerato il metodo di diagnosi più efficace con maggiore specificità e sensibilità diagnostica”, dice Marina Baldi, docente di genetica forense presso l’Università eCampus e una degli esperti del corso ECM. Se fatto bene, è indolore ed è minimamente invasivo. Ai fini dell’ottenimento del Green Pass la sua validità è stata recentemente estesa dalle 48 alle 72 ore. “Il test rapido antigenico è invece utile per la ricerca di casi di infezione in atto in un gruppo esteso di persone”, dice Claudio Rizzardi, biologo e specialista in Microbiologia e Virologia, altro docente del corso. “Hanno il vantaggio di essere eseguiti e dare un risultato in un tempo minore rispetto ai test molecolari”, aggiunge. Ma la loro validità ai fini del Green Pass è di 48 ore,

I test sierologici non sono invece considerati test diagnostici per l’infezione da Covid-19. “Il principale limite del test sierologico – spiega Rizzardi – è la capacità di confermare  meno un’infezione in atto a causa della risposta anticorpale tempo-dipendente e dello scarso valore predittivo positivo dei test, anche nelle prime fasi della malattia. Per questo necessità in caso di positività di un test molecolare su tampone per conferma. Pertanto, la strategia d’uso del test sierologico in questo contesto è in via di valutazione”.

L’obiettivo di Consulcesi è quindi quello di aiutare gli operatori sanitari a orientarsi in questa “giungla” di test. “Ancora una volta gli operatori sanitari sono chiamati a dare il loro contributo alla gestione di questa emergenza e, stando al numero delle iscrizioni al corso, molti hanno già risposto responsabilmente a questa chiamata”, conclude Tortorella.

Qui i link al corso:

Podcast https://open.spotify.com/show/4GexmKdDtYZNwSl5PNVR5t?si=b42d4d6796764c53 

Corso Ecm https://www.corsi-ecm-fad.it/catalogo-corsi/covid-19/corso-ecm-covid-19-un-test-per-tutti-test-di-screening-e-diagnostici-e-loro-funzionamento-/1540 

Coronavirus, Consulcesi dona un milione di euro: Tablet per far comunicare famiglie e malati, dispositivi di protezione per medici e infermieri

Il Presidente Massimo Tortorella: «Siamo nati per stare al fianco degli operatori sanitari e nella nostra storia la missione è stata difenderli con le battaglie legali. Ora li sosteniamo con mascherine, tute, ventilatori, respiratori ma pensiamo anche ai loro pazienti e non lasciarli solo dando la possibilità di restare in contatto con i loro tablet grazie alla tecnologia»

230 Tablet, 67 mila mascherine FF2 e FF3, 10 mila tute, 55 ventilatori oltre a piattaforme di formazione e comunicazione per medici e operatori sanitari, utilizzabili anche dai pazienti per tenersi in contatto con i loro cari, con un investimento totale di un milione di euro. È questa la prova tangibile dell’impegno di Consulcesi messo in campo per aiutare gli operatori sanitari a contrastare l’emergenza globale da Coronavirus. Una presa di responsabilità che nasce dall’idea di restituire a chi ha gli ha dato fiducia e permesso, negli anni, di diventare il principale network legale e di formazione per medici e operatori sanitari con oltre 120 mila camici bianchi. 

«Consulcesi è nata per stare al fianco degli operatori sanitari ed oggi più che mai è un nostro preciso dovere fare tutto quello nelle nostre possibilità per supportarli – afferma il Presidente Massimo Tortorella In questo momento storico difficile medici e operatori sanitari stanno pagando il prezzo più alto. Il nostro contributo vuole essere un aiuto concreto laddove c’è più bisogno, sul luogo di lavoro dove mancano mascherine, tute e dispositivi di protezione per chi con sacrificio, impegno, professionalità e abnegazione ci farà uscire da questa situazione. In più doniamo alle strutture anche dei tablet in modo tale da poter consentire ai pazienti di comunicare con i loro familiari. Spesso si tratta di persone anziane, con poco familiarità con gli strumenti tecnologici che tutti noi utilizziamo in questo periodo per comunicare. A tal proposito lanceremo anche un corso di alfabetizzazione digitale». 

La cospicua donazione di Consulcesi è stata suddivisa sulla base di un criterio di necessità: fornire i dispositivi che mancano maggiormente alle strutture ospedaliere e distribuire territorialmente strumenti sulla base di richieste on demand. 

L’elenco della distribuzione dell’investimento Consulcesi: 

  • Ospedale San Matteo Pavia: 10 mila mascherine, 7 ventilatori fissi
  • Ospedale Locarno: 5 mila mascherine, 2 mila tute, 8 ventilatori fissi
  • Ospedale Fiera Milano: 30 mila mascherine, 5 mila tute, 35 ventilatori fissi, 150 tablet
  • Comune Ticino e Ospedale: 70 tablet
  • Ordine Medici Bergamo: 5 mila mascherine 
  • Federazione Italiana Medici Medicina Generale: 3 mila mascherine 
  • Segretariato Italiano Giovani Medici: 3 mila mascherine
  • Sanità di Frontiera Onlus: 300 mascherine, 30 tute
  • Federfarma Roma: 3 mila mascherine
  • Ordine Medici di Roma: 5 mila mascherine
  • Federfarma Torino: 3 mila mascherine
  • FNOPI (Infermieri): 5 mila mascherine

Oltre a fornire dispositivi di sicurezza (dpi), Consulcesi in questa fase emergenziale sta anche portando avanti progetti formativi riservati ai professionisti sanitari ma anche al grande pubblico. È in stampa un libro, a cui seguirà un Docufilm, che attraverso gli autorevoli contributi dei maggiori esperti, fotografa l’attuale situazione e  approfondisce gli aspetti scientifici e psicologici della diffusione del virus. Un progetto dunque formativo ed informativo.  

«La formazione rappresenta l’arma più potente nel lungo periodo tra gli operatori sanitari per aggiornare le proprie conoscenze, rispondendo all’obbligo Ecm, ma anche per creare dei protocolli sanitari a livello nazionale ed internazionale. In questa direzione – ricorda Tortorella – va il Docufilm formativo “Covid-19 – il virus della Paura” che, avvalendosi della forza comunicativa del cinema e delle più avanzate tecnologie, oltre che del supporto scientifico dei principali esperti mondiali e delle più importanti istituzioni sanitarie, analizzerà anche il fenomeno delle psicosi alimentato anche da teorie complottiste e fake news».

IL Ddl antiviolenza è legge. Tortorella (Consulcesi): «Soddisfazione per legge antiviolenza, pronti a collaborare a difesa dei medici»

Il Presidente Tortorella: « Ora accelerare su legge Gelli per la piena tutela dei medici, creiamo un doppio scudo a difesa dei diritti dei medici e degli operatori sanitari». 

«Grande soddisfazione per la conversione in legge del Ddl antiviolenza per la sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari. Un plauso a chi ha sempre sostenuto con forza questo provvedimento che offre strumenti preventivi e dissuasivi dalla violenza contro i medici e di tutti gli operatori sanitari.  Un provvedimento reso necessario dall’escalation di aggressioni contro gli operatori sanitari,  si stima oltre 1200 all’ anno, esacerbate dal clima di crisi a cusa dell’emergenza Covid-19.  Una battaglia che anche Consulcesi appoggia da sempre, dal punto di vista legale con la tutela delle vittime e anche dal punto di vista psicologico, con l’istituzione del Telefono Rosso». È così che Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi, commenta il via libera all’unanimità da parte dell’Aula del Senato al Disegno di legge recante disposizioni per la tutela della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

«E dopo il Ddl antiviolenza, chiediamo anche un’accelerazione sulla Legge Gelli e sulla piena applicazione dei decreti attuativi anche considerando la recente vicenda di cronaca nella Rsa a Como – prosegue Tortorella – per prevenire una nuova esplosione di denunce da parte delle vittime da Covid-19. La risoluzione di questo vuoto normativo creerebbe un doppio scudo di difesa per la piena tutela dei medici e operatori sanitari». Sappiamo che in Italia nell’ultimo decennio ci sono state 35mila nuove azioni ogni anno con oltre 300mila procedimenti aperti. Numeri che, per effetto del Covid-19, rischiano di salire, secondo le nostre stime, di almeno un 15%. Con l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, sta crescendo rapidamente il numero delle associazioni e dei movimenti che supportano i pazienti spesso in inutili battaglie legali contro i medici. Secondo Consulcesi la soluzione sarebbe quella già indicata da Federico Gelli, che insieme all’ex collega Amedeo Bianco, è l’estensore della Legge 24.  La norma che regola la responsabilità professionale di tutti gli esercenti le professioni sanitarie, tutelandoli da battaglie legali inutili, è bloccata in attesa dei decreti attuativi e non è dunque pienamente operativa. La firma del ministro dello Sviluppo economico Patuanelli è nell’aria da tempo, ma tarda ancora ad arrivare nonostante i pareri positivi del dicastero da lui presieduto e da quello alla Salute. 

Con la campagna #RimborSì, Massimo Tortorella e il team Consulcesi sostengono i medici specializzati nell’arco temporale 1978 – 2006

Massimo Tortorella, presidente del team legale Consulcesi e da anni al fianco dei professionisti del settore medico e socio – sanitario, ha lanciato la campagna #RimborSì, iniziativa promossa a supporto dei medici che si sono specializzati tra il 1978 e il 2006. 

A tal proposito, Massimo Tortorella, ha affermato: “Sì! È l’occasione giusta. Mai come in questo momento l’accordo transattivo tra lo Stato ed i medici specialisti 78-2006 può essere raggiunto”. La campagna #RimborSì, supportata da Consulcesi, ha l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla transazione tra i medici specialisti e il Parlamento, nuovamente alla ribalta in Senato, grazie ai due Disegni di Legge, i numeri 1082 e il 1083, presentati dalla senatrice Maria Rizzotti. L’iniziativa della senatrice, sostenuta da 27 senatori tra maggioranza e opposizione, ha come obiettivo conseguire il riconoscimento del diritto dei medici che hanno ottenuto la specializzazione nel periodo temporale che va dal 1978 al 2006 ed ancora privi del giusto compenso economico. Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, ha affermato che è giunto il momento in cui il Parlamento deve svolgere pienamente il suo ruolo, portando a felice risoluzione la vecchia questione dei rimborsi agli ex specializzandi. E sembra non esserci momento storico più adatto di quello che il mondo sta vivendo. 

A tal proposito, Massimo Tortorella ha aggiunto: “A seguito della pandemia di Covid-19, la categoria medica è stata la più colpita e firmare l’accordo transattivo tra le parti sarebbe il segnale concreto di sostegno ai medici, ma anche una manovra per dare respiro alle casse svuotate dalla crisi”. Inoltre, Massimo Tortorella, il presidente di Consulcesi, ha spiegato la motivazione che ha spinto il pool legale di cui è a capo a scegliere il nome #RimborSì per il supporto alla campagna: “ Introducendo l’accento sulla “i” finale, uniamo al senso dell’iniziativa la volontà, decisa, di portarla avanti: siamo sicuri che quel sì ai medici che hanno lottato in prima linea arriverà da un numero sempre più ampio di parlamentari e se necessario lo chiederemo, per conto di oltre 100mila medici, ad ognuno di loro”. Il grande impegno del pool legale Consulcesi a favore del personale medico e socio – sanitario ha permesso, nel corso degli anni, a migliaia di professionisti del settore di ottenere rimborsi e risarcimento per oltre 500 milioni di euro, grazie al riconoscimento di una seria di sentenze dall’esito favorevole. Ultima in ordine di tempo, ma particolarmente significativa per i risultati ottenuti, è stata la sentenza numero 353/2020 presso il Tribunale di Genova, grazie alla quale i ricorrenti hanno visto triplicare i rimborsi fino a 100000 euro ciascuno. Inoltre, sempre grazie a questa sentenza, gli iscritti ai corsi di specializzazione in Medicina prima del 1983 hanno visto confermato il diritto all’annullamento dei termini di prescrizione. Se tutti i Tribunali e le Corti italiane confermassero questa interpretazione, lo Stato dovrebbe incrementare la quantità del risarcimento, che crescerebbe fino a toccare cifre miliardarie. Pertanto, i Disegni di Legge presentati al Senato sono l’ideale soluzione da mettere in pratica, soprattutto alla luce del momento che l’Italia e la categoria medica stanno vivendo. La senatrice Rizzotti, promotrice dei disegni di Legge, ha affermato quanto sia importante che lo Stato si renda conto  degli errori del passato e “dia un segnale concreto di sostegno ai medici e riconosca per legge i diritti sacrosanti di una categoria vessata”. Dal canto suo, Massimo Tortorella, presidente del pool legale Consulcesi, ha esortato i medici a sostenere e ad aderire a tutte le iniziative promosse dal team, confermando come i professionisti della squadra Consulcesi restino a  “disposizione sia attraverso la chat del nostro sito internet www.consulcesi.it o al numero verde 800.122.777”.

Come usare la blockchain e l’Intelligenza Artificiale per l’emergenza Coronavirus

Combattere l’emergenza del coronavirus in Cina e nelle diverse città del mondo mediante l’uso delle tecnologie emergenti. Questa l’idea di specialisti e delegati delle istituzioni nazionali ed internazionali, che suggeriscono il ricorso a queste soluzioni per coordinare e gestire le misure mediche necessarie. Pechino sta amministrando in modo adeguato i bisogni e le emergenze, come le donazioni materiali, finanziarie ed economiche che provengono dall’interno e dall’estero, ma il suggerimento assume contorni interessanti. La proposta è stata lanciata da Syren Johnstone, Direttore del master in Legge presso la Hong Kong University e autore di una pubblicazione dal titolo “A viral warning for change. The Wuhan coronavirus versus the red cross: better solution via blockchain and artificial intelligence”. Nel documento, pubblicato su Ssrn.com (Social Science Electronic Publishing) e sul sito della Facoltà di Legge di Oxford, Syren Johnstone stila una lista in cui enumera tutti i vantaggi derivanti dall’uso delle nuove tecnologie. Quest’ultimo punta l’attenzione su come usare la Blockchain e l’Intelligenza Artificiale per controllare, limitare e vincere la propagazione del Coronavirus. Eppure, la popolazione cinese guarda con sospetto all’uso delle tecnologie, ricordando le incompetenze connesse all’intervento della Croce Rossa in occasione del terremoto del Sichuan nel 2008 e di inefficiente gestione dei tantissimi soldi, giunti da ogni parte del mondo, per venire incontro ai sopravvissuti. Le risorse economiche si persero tra le burocrazie della complessa organizzazione cinese. Dal documento di Johnston si comprende, invece, come il ricorso alle tecnologie più innovative potrebbe agevolare la gestione e l’organizzazione di un’epidemia, come quella del coronavirus che sta provocando un’emergenza mondiale. Dalla pubblicazione si evince come una rete blockchain di carattere privato permetterebbe di verificare il flusso delle donazioni di natura economica oppure delle offerte delle maschere denominate N95, capaci di purificare l’aria del 95% delle particelle presenti nell’aria e di arginare lo sviluppo del coronavirus. L’uso di una rete blockchain privata durante l’emergenza sanitaria del Coronavirus permetterebbe di individuare il momento in cui le maschere verrebbero donate, la zona esatta in cui verrebbero consegnate, l’utilizzo che ne verrebbe fatto e tutti i soggetti coinvolti nell’intero procedimento. La tecnologia blockchain conferirebbe maggiore trasparenza alle operazioni economiche e materiali che riguardano la Cina, protagonista in questi giorni di emergenza di un flusso notevole di donazioni. Viste le cifre e i numeri elevati, una rete blockchain consentirebbe a tutti di seguire e tracciare le donazioni e l’uso che se ne farebbe. E questo accrescerebbe la fiducia, spingendo i donatori ad elargizioni più generose. La rete blockchain permetterebbe di coordinare l’elevato numero di statistiche che giungono sui casi di contagio, guarigione o morte, limitando l’eccessivo allarme e una generale psicosi. Anche i sistemi di Intelligenza Artificiale potrebbero contribuire alla gestione del Coronavirus, poiché riunirebbero in modo analitico le statistiche sul contagio nelle diverse aree, creerebbero collegamenti tra centri di ricerca e ospedali, tra amministrazioni locali e forze dell’ordine, che potrebbe operare in sinergia. Il vantaggio di una rete blockchain è la grande trasparenza, l’accesso libero a tutti gli utenti, che potrebbero seguire l’andamento del contagio del Coronavirus e quanto le istituzioni fanno per combattere ogni giorno l’emergenza. 

Aggressioni e denunce contro i medici. Il grido di dolore dei camici bianchi in piazza con le Sardine

L’inasprimento delle condizioni lavorative e l’aumento del clima di odio nelle corsie, sono le principali ematiche su cui sono stati sensibilizzati sia uno dei fondatori delle Sardine Mattia Santori sia l’europarlamentare Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa. Il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella: “La formazione continua è una tutela importante, anche per fronteggiare le numerose denunce che arrivano contro i medici e operatori sanitari” 

“Sanità in alto mare”: basta odio medico-paziente per una salute di qualità. Con cappellini e t-shirt con impresso questo slogan sono arrivate in piazza, con il Movimento delle Sardine, le principali preoccupazioni di medici e operatori sanitari italiani: l’inasprimento delle condizioni lavorative e l’aumento del clima di odio nelle corsie. Tematiche su cui sono stati sensibilizzati sia uno dei fondatori delle Sardine Mattia Santori sia l’europarlamentare Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, lanciando quei messaggi distensivi e anti- violenza che rappresentano il filo conduttore del programma presentato dal Movimento. 

“Questo clima di odio sdoganato anche alla salute coinvolge pure noi medici e gli altri operatori sanitari – ha confermato Pietro Bartolo –. Spesso sfocia in aggressioni che si potrebbero evitare ritrovando la strada maestra del rispetto, anche delle diversità, e recuperando lo spirito della nostra missione. Da parte nostra dobbiamo far di tutto per recuperare la fiducia dei pazienti con l’ascolto e dimostrando professionalità e preparazione”. 

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“Il clima di odio che si respira tra le corsie degli Ospedali di tutta Italia, come confermato dell’escalation di denunce e di aggressioni al centro anche degli ultimi casi di cronaca è lo specchio del disagio che vive il professionista sanitario oggi e che è stato portato in piazza al movimento delle sardine in Italia – ha affermato Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi network legale per la tutela dei diritti dei medici – . Il miglior antidoto per stemperare le tensioni e recuperare il rapporto fiduciario tra medico e paziente, auspicabile in un vero e proprio Patto della Salute, è senza dubbio un solido percorso formativo. In vista della cadenza del triennio formativo, la formazione continua, come evidenziato anche di recente da una discussa inchiesta di Panorama, sono tutele importanti anche per fronteggiare le numerose denunce che arrivano contro i medici e operatori sanitari. Il 95% di queste denunce si concludono con un nulla di fatto, ma rischiano di penalizzare la carriera dei professionisti: sia in termini di reputazione sia creando difficoltà nel trovare coperture assicurative. E inoltre il mancato assolvimento dell’obbligo Ecm è tenuto in considerazione dei giudici in caso di contenzioso”. 

I manifestanti, – perlopiù infermieri e medici – intervistati da alcuni giornali, hanno dichiarato di sentirsi vicini alle sardine perché anche la sanità, come la politica, sta vivendo un clima di tensione e di violenza non solo per i turni massacranti, gli stipendi bassi, la scarsa formazione ma anche nei toni e nelle modalità comunicative, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra medico e paziente. A conferma di questo, ieri è stata diffusa la notizia di un picco di segnalazioni di oltre 100 aggressioni a medici in Campania e migliaia in tutta Italia nel corso di quest’anno. 

Rimborsi ex specializzandi: nuove sentenze favorevoli

Continuano a vincere in tribunale i medici ex specializzandi che hanno chiesto il risarcimento allo stato per le borse non percepite. Due sentenze, una della Corte d’Appello di Roma 7018/18 e l’altra del Tribunale di Roma 22401/18 hanno dato ragione a 234 ricorrenti del periodo 1978-1991, che non avevano percepito il dovuto tra il 1983 e il 1991. Il risarcimento che la presidenza del consiglio è chiamata a versare deriva dalla mancata attuazione delle direttive comunitarie: la borsa di studio non è stata pagata del tutto. Esiste una successiva categoria di ex specializzandi che dallo stato italiano hanno percepito la borsa di studio ma senza contributi previdenziali e coperture (anche assicurative) degne di un contratto vero, dal 1993, da quando, grazie alla nuova normativa europea, erano stati rivisti i contenuti della borsa. Di qui altri ricorsi, per un problema sanato solo dopo il 2006: in questa coorte 1993-06 sono interessati, secondo le stime Consulcesi, fino a 56 mila specializzandi che potrebbero chiedere allo stato 10 miliardi di euro di risarcimenti. Sia per la prima sia per la seconda coorte, il pool di avvocati con sede a Roma ha aperto una nuova azione collettiva con scadenza domani 14 dicembre.

Il presupposto delle nuove azioni di recupero è che il diritto a ricorrere non è ancora prescritto. Se un’impostazione giurisprudenziale fa scadere i termini al 20 ottobre 2017, a 10 anni dal recepimento della direttiva 2005/36/CE che ha sancito il diritto ad adeguata retribuzione dello specializzando ed è stata applicata in Italia da regolamenti nell’autunno 2007, un’altra impostazione -che si sostanzia nel parere del giudice di Cassazione Sergio Di Amato – fa decorrere la prescrizione da maggio 2011 perché solo quell’anno le sentenze di Cassazione hanno dato un quadro giurisprudenziale chiaro ai potenziali ricorrenti. Nel 2005, argomenta Di Amato ripreso da Consulcesi, era infatti stato sancito che il ricorso non va fatto al Tar ma al giudice ordinario, nel 2009 era stato chiarito che l’azione è per responsabilità contrattuale dello stato italiano e dunque la prescrizione del diritto a risarcimento in capo all’ex specializzando è decennale, e nel 2011 era arrivata la sentenza 1831 della Cassazione con cui era stata indicata la Presidenza del Consiglio per rivolgere richiesta di risarcimento. La stessa sentenza aveva affermato che, se frequentando il corso si è fatto qualche lavoretto, il diritto a chiedere la borsa integrale non va perduto. Sulla base delle sentenze vagliate dalla Cassazione, gli avvocati Consulcesi ravvisano chance consistenti di veder risarciti pure i ricorrenti 1993-06 che, pagati solo in parte, non hanno potuto dedicarsi in toto alla formazione pratica e teorica, affrancati dalle preoccupazioni esistenziali, cioè da preoccupazioni economiche che li allontanassero dall’obiettivo di dedicarsi interamente alla specializzazione.